
Nuovi approcci, metodologie e tecnologie didattiche
EduSpaceLab è il mio progetto per accompagnare le scuole nella trasformazione dei propri ambienti in luoghi che educano anche attraverso lo spazio.
Credo che l’architettura scolastica debba parlare il linguaggio della cura, della relazione e dell’apprendimento: spazi che non si limitano a contenere, ma che ispirano, accolgono e abilitano.
Negli anni ho avuto l’opportunità di lavorare con istituti scolastici di ogni ordine e grado, ma l’esperienza che più mi ha colpito è stata con il mondo degli ITS (Istituti Tecnici Superiori), nello specifico con Its NewTechSi, con cui ho lavorato strettamente per la costruzione del brand EduSpaceLab.
Gli ITS sono scuole altamente professionali, a diretto contatto con il mondo del lavoro e dell’innovazione.
Con questa collaborazione è nato EduSpaceLab, con cui lavoro per colmare la distanza tra contenuto educativo e contenitore fisico, permette agli insegnanti di avere la possibilità di una formazione continua e toccare con mano le nuove possibilità del mercato della formazione.
EduSpaceLab è l’ambiente che racconta la didattica laboratoriale, la collaborazione, la creatività, ma anche la concentrazione e la relazione. Abbiamo costruito un ambiente ibrido, dinamico, dove la tecnologia convive con la classe, e la funzionalità con il benessere.
Integro soluzioni che favoriscono la digitalizzazione inclusiva, creando spazi che facilitano l’utilizzo di strumenti tecnologici (Monitor touch, device individuali, piattaforme digitali, laboratori digitali) e allo stesso tempo rispettano i bisogni sensoriali e cognitivi di chi li utilizza.
Per me, la scuola del futuro non è solo tecnologica: è anche umana, adattiva, partecipativa.
Lavoro con dirigenti, docenti, famiglie, studenti e progettisti per ripensare aule, corridoi, laboratori, spazi comuni.
Ogni intervento parte da un ascolto attivo e si sviluppa in co-progettazione, con soluzioni inclusive, flessibili e stimolanti, sempre in equilibrio tra vincoli strutturali e visione educativa.
Credo in una pedagogia degli spazi che riconosca l’ambiente come il terzo educatore, capace di favorire autonomia, creatività, collaborazione, senso di appartenenza.
Perché progettare la scuola è anche un gesto politico e culturale: è scegliere che tipo di cittadini vogliamo formare e quale mondo desideriamo abitare.


Progettare la scuola significa progettare futuro: perché ogni ambiente educa, ispira e forma il modo in cui vivremo insieme domani
